Silenzio e meditazione nell’era del covirus19 – una lettera di D.M.

Ricevo e pubblico una lettera notturna di una persona del quale non rivelerò il nome utilizzando il suo pseudonimo storico. Classe 1950, Darko è la persona che si vorrebbe evitare, è pericolo, è storia di una generazione per la quale sovente non si nutre stima, un viaggiatore in tempi non sospetti di terre lontane, l’amante del jazz, la persona che negli anni settanta parte per imparare a riparare giradischi esoterici a Londra o per lavorare in Perù o in Argentina, una persona che viaggia in moto in un’Europa allora tutt’altro che amica, che ti regala un blister di Roipnol a tua insaputa e si offende per il rifiuto, una persona per la quale ci sarebbero centinaia di aneddoti spesso tutt’altro che edificanti. Una persona pericolosa. Una persona che pensa. Un amico.

🐻 Ciao Robj , come stai e a cosa pensi? Comme tu pass le temp ? Sono immerso in un silenzio irreale, è la cosa che mi fa più impressione. E da te com’è? Ti manca il ciacolar di via Sestri ? Il rombo dei scooter ? Benché io viva in un luogo già di per sé particolarmente silenzioso , è sparito il fisiologico brusio di fondo che sale normalmente da una città, dal centro di zona Brignole, dalla ferrovia , ecc…. e il vedere via Canevari deserta….. S’odono solo il vento,se ce n’è, il fogliame quando agitato e occasionali latrati di cani, zero motori. Di notte l’ambiente diventa ancor più irreale quasi inquietante. Non più il vociar di persone dal piazzale del Santuario o dai ristoranti. Silenzio assoluto, disturbato stanotte dallo zampettare di un riccio fra le foglie secche a caccia di larve e risparmiato dal finire in pentola. Allora in sintesi trovo che per te , per me , come per milioni di altre persone che vivono le vita in superficie assillate dal correre e dal fare quotidiano,dal tirar su soldi, l’isolamento forzato porti a ritrovare sé stessi, a riflettere sulla propria vita, sulla società, a cercare di comprendere sul perché siamo, nonostante il progresso e il consumismo compulsivo , così deboli di fronte all’imprevisto. Su come si comporti il genere umano nei confronti dell’ambiente naturale, sul fatto che lo sviluppo, la crescita, l’edonismo non possono essere illimitati su un unico pianeta. I virus sono originati dal genere animale selvatico , quindi se cinghiali , pappagalli tropicali, gabbiani, serpenti,cimici asiatiche,zanzare supertigre o altro si adattano a vivere nelle città o nelle metropoli significa per me che qualcosa non và. Se il mar Mediterraneo si sta tropicalizzando qualcosa non và. Se le megalopoli vengono a confinare con le foreste non va bene. L’ego senza freni, l’egoismo, l’indifferenza, la mancanza di senso civico, l’ignoranza e la violenza, l’acriticita’ delle masse nei confronti delle mode e dei loro padroni, il consumismo sfrenato,lo spreco, la corruzione, il primato della finanza sul lavoro, un elenco forse infinito di mali che affliggono i popoli e che neppure la forza del covirus19 riuscirà mutare, come fallirono la mitica “Spagnola” e l”Asiatica” degli anni 50. Ciò che sta accadendo, personalmente, più che dispiacermi, al di là che mi imprigioni, mi porta a riflettere sul senso della vita e sugli errori che in essa si commettono e si ripetono. Niente sarà più come prima strombazza il megafono del mainstream….. questa l’ho già sentita… dinne n’atra…

“La rana 🐸 non beve tutta l’acqua dello stagno” si dice, io aggiungo : ma l’uomo si mangia tutte le 🐸

Ciao, alla prossima.👦🐻

Darko Marcovich per Roberto Camponizzi 05/04/2020

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora